Postati: 21 luglio 2005 at 14:56 | IP Logged

Chi ha avuto esperienze di allevamento allo stecco?

Che cibi avete dato?

Io mi cimentavo col miglio decorticato (cotto), da somministrare (non senza difficoltà...) tramite siringa (senza ago, ovviamente); lo reperivo in negozi di cibi macrobiotici, etc. .

Chi può raccontare dell'altro?

Grazie

Postati: 22 luglio 2005 at 14:14 | IP Logged

Se è per questo, ci sono anche fior capitoli in libri sull'argomento: ma io volevo conoscere, se possibile, le vostre esperienze "live"!

Per la stessa differenza che esiste tra una cosa vera e reale, e la sua immagine in fotografia... .

Postati: 25 luglio 2005 at 14:16 | IP Logged

Premettendo che l'allevamento allo stecco non e' una cosa da prendere alla leggera soprattutto con le coco che sono molto piccole, penso che ti converrebbe davvero leggere la scheda che ti ha segnalato Giuseppe visto che non sai nemmeno con cosa vanno imbeccati i pulli ...  

Postati: 25 luglio 2005 at 21:25 | IP Logged

Ti do pienamente ragione

Postati: 26 luglio 2005 at 12:01 | IP Logged

Grazie marol, hai compreso bene il mio intendimento.

Al momento non ho infatti nemmeno piccoli da imbeccare allo stecco (alimentazione sostitutiva delle cure parentali, in caso di piccoli orfani o abbandonati, che prende nome dallo stecchino “intinto” di pappa con cui si alimentano di solito i passeracei; nel caso dei pappagallini, però, è più pratica una siringa…).

Ho già avuto occasione di leggere qualcuna delle schede del sito, e ho visto che sono ben fatte; lo sarà certamente anche quella sull’allevamento allo stecco. Tuttavia, personalmente già posseggo decine di libri sui pappagalli, e in ognuno di essi c’è un capitolo sull’argomento: non è quindi la teoria che cerco, …ma il confronto reale con altri allevatori.

Ad es., una volta mi successe che una pappagallina, alla prima cova e inesperta, stentasse a capire come nutrire il piccolo pullo, …che dopo oltre un giorno moriva disidratato. Così dopo il primo, …il secondo, …anche al terzo sembrava toccare la stessa fine. Allora, spinto più dall’angoscia che dalla ragione, escogitai di sputarmi sul dito un po’ di saliva, e di accostarvi il beccuccio del neonatino. Ebbene: quello la “succhiò”, reidratandosi così un po’. Ripetei l’operazione altre 2 volte, facendolo sopravvivere un po’ di più …finchè la chioccia imbranata ritrovò le giuste strade di Madre-Natura, e prese ad alimentare normalmente e alla grande sia lui che i successivi nidiacei.

Certo, fu solo un espediente per reidratare un po’ il piccolo, in attesa che “succedesse qualcosa”: non costituiva certo nutrimento… . Ma bastò a consentire a quella “spratica” madre di riorientarsi convenientemente: obiettivo raggiunto.

Ebbene: in quale testo o scheda trovate un consiglio del genere???

La teoria è certo elaborata da tanta esperienza, conoscenza, etc., ed è senza dubbio indispensabile; ma le esperienze “vive”, anche con le loro imperfezioni, sono pure utilissime, se condivise e confrontate: un patrimonio che è un vero peccato tenere solo per sé.