Postati: 27 novembre 2005 at 18:02 | IP Logged
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Gli uccelli gonfiano il poiumaggio, oltre che per "pettinarlo" (e dura qualche secondo), quando stanno male... . E' un modo di aumentare la temperatura (l'aria tra le piume fa da termoisolante): praticamente corrisponde al nostro "metterci a letto", se ci sentiamo poco bene.
Quando una coco sta male, oltre ad arrufarsi sonnecchia spesso (ossia diviene LETARGICA); spesso mostra poca reattività e un certo didinteresse a quanto le accade intorno; e quanto più sono accentuati questi sintomi, tanto più sta poco bene... .
La diarrea, inoltre, può presentarsi per i più svariati motivi: da una semplice indigestione, a infezioni varie o infestazioni parassitarie (con conseguente irritazione intestinale, tipo la coccidiosi, appunto).
La prima cosa da fare è PORRE LA BESTIOLA IN AMBIENTE BEN TEMPERATO, al calduccio (non eccessivo, ovviamente). QUESTA E' LA PRIMA REGOLA, che spesso anche i più esperti dimenticano: il calore, in sè, riduce il dispendio di energie, che servono invece al malatino per reagire alla malattia, qualunque essa sia.
Quindi controllare l'alimentazione, che deve essere in ogni caso LEGGERA!
Ossia possibilmente solo di semi, e priva di fibre il più possibile (niente verdure, mela o altro). Va bene associare però un integratore diluito nel beverino (la diarrea aumenta la sete).
Se dopo 1-2 giorni non notate miglioramento così (se la cura è corretta, le bestie "rispondono" rapidamente, ossia danno visibili segnali di miglioramento e di remissione, anche parziale, della sintomatologia), pensate a un antibatterico, meglio se associato a sulfamidico (meglio se anche coccidiostatico).
Purtroppo ci sono anche tipi di diarree dovute ad acari, o a fungosi. In tal caso, la debilitazione può sopraggiungere rapidamente. Acaricidi e funghicidi sono quindi consigliati, in caso di persistente sintomatologia (1-2 giorni senza miglioramento) al trattamento antibiotico-sulfamidico.
Ovviamente ho dato uno specchio di "cure" decisamente approssimative e generiche, da usare in assenza di veterinario o in condizioni di "urgenza": la cura più giusta si ha ricorrendo PRIMA alla diagnosi (attraverso l'esame delle feci, in questo caso).
Inoltre, ricordate che cvi sono forme infettive FULMINANTI, che non danno tempo agli 1-2 giorni delle mie precedenti "scalette"... . In tal caso, però, la diagnosi urge per evitare il diffondersi ulteriore della malattia (esame delle carcasse all'Istituto Zooprofilattico di zona).
Spero di essere stato utile, anche se quanto ho detto NON E' la prasi scientifica, ma solo...come dire...una pratica sostitutiva.
__________________ PALERMO CAPITALE!!! è____é
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