Postati: 23 luglio 2009 at 13:54 | IP Logged
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Sono qui per raccontarvi una storia fatta di gioie e dolori ma anche di paura e speranza… E’ la storia di un angelo bianco che mi ha insegnato molto in questi ultimi due mesi…
Tutto inizia esattamente il 26 aprile quando la mia bellissima albina Neve depone il suo 1°uovo.
Tutto procede bene fino a una settimana dalla schiusa, quando Neve abbandona il nido a causa di una brutta malattia, Birbo continua a covare le uova per due giorni poi anche lui perde la speranza. Inizia cosi un periodo fatto di corse contro il tempo, la prima è curare Neve, ma la seconda è salvare i 3 piccoli che sono dentro a quelle uova abbandonate. Non avendo altre calopsite in cova, passo le uova alla mia migliore coppia di cocorite, sperando che almeno nei primissimi giorni si prendano cura dei pulletti. La settimana passa, Neve non migliora e nessun pullo è nato, anche se la cocorita difende con amore e gelosia le uova adottate. Siamo al 22 maggio mattina, durante il mio controllo abituale alle coppie sento pigolare… proviene dal primo uovo di Neve, l’ansia e la speranza aumentano in me. Il giorno passa e la sera intravedo dalla fessura dell’uovo aperto, il piccolo con il suo piumino bianco.
E’ il 23 maggio, sono le 7 di mattina quando mi alzo dal letto correndo, come una bambina attende la mattina di natale per vedere i regali sotto l’albero, mi fiondo a controllare il nido, l’uovo non c’è più, e non vedo il piccolo, fuori dal nido non c’è nulla e mi dico allora che deve essere li in mezzo ai suoi fratelli adottivi, è allora che spunta una testina, un batuffolo tutto bianco, ha la testa rivolta verso me forse in direzione della mia voce che sicuramente avrà riconosciuto in tutti questi giorni di parlargli, lo guardo e rimango incantata dal miracolo della natura. Con il cuore pieno di gioia inizio a pensare ad un nome particolare…
Si chiamerà White Angel perché proprio come la sua mamma diventerà un bellissimo Angelo Bianco.
La corsa contro il tempo non è finita, dopo qualche ora ho la conferma che la mamma coco, lo scalda, lo pulisce, ma non lo alimenta, decido cosi di sostituirmi a mamma calo e lo alimento anche se lui continuerà ad abitare con i suoi fratellini adottivi. L’impresa della prima pappa non è la più semplice, non so come prenderlo è invisibile, e la siringa è più grande della sua testa, cosi prendo un pezzo di scottex lo metto sulla mia mano e ci metto sopra il piccolo a pancia in su, non vuole aprire la bocca, faccio cadere una piccola goccia di pappa sul becco, e gli dico di aiutarmi che da sola non posso farcela, decide cosi di aprire la bocca, credo che questa immagine mi rimarrà nel cuore a vita, è stato cosi tenero vederlo mangiare che mi sono commossa.
Dopo 4 giorni dalla sua nascita Neve mi lascia, e tutto ciò che mi resta di lei, è questo pulletto che mi tiene occupata giorno e notte, svegliandomi come un bambino sveglia la sua mamma in cerca di cibo, e rassicurandosi sentendo la mia voce parlargli.
Oggi quel pulletto ha 2 mesi e da una settimana mangia ormai da solo, contro gli sguardi di chi mi vedeva un illusa solo perché speravo di salvarlo, io e White Angel ce l’abbiamo fatta, e mai come in questo caso la frase “finchè c’è vita c’è speranza” significa veramente qualcosa di vero e importante.
Chiedo scusa per il post kilometrico ma sarebbe stato un vero peccato raccontare solo parte della sua storia, non sarebbe qui senza il contributo dei suoi genitori, e sicuramente non sarebbe qui senza l’aiuto di mamma coco che lo ha accolto nel suo nido, covato e scaldato per 22 giorni.
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